giovedì 14 marzo 2013

Sgombero palazzo di via D’Annunzio 259, già consegnate 24 notifiche

“Sono 24 le notifiche già consegnate a mano, sulle 40 unità immobiliari esistenti, per lo sgombero immediato del palazzo situato in via Gabriele d’Annunzio, ai numeri civici 259 e 261, che è stato dichiarato inagibile. Nella serata di ieri gli agenti della Polizia municipale sono riusciti a consegnare le prime 13 ordinanze, cui nella giornata odierna si sono aggiunti altri 11 provvedimenti, 6 dei quali indirizzati ai proprietari dei 6 negozi esistenti al pianterreno, e altri consegnati fuori città ai proprietari degli immobili residenti a L’Aquila, Teramo o nelle province di Chieti e Pescara. A questo punto nella mattinata di domani dovremo spedire le altre notifiche, alcune indirizzate nella provincia di Venezia, Trento, Milano, o nelle Marche, dunque impossibili da consegnare a mano. E anzi invitiamo gli stessi proprietari di appartamenti situati nel palazzo ad assumere immediati contatti con la Polizia municipale per concordare le operazioni di sgombero che andranno eseguite sotto la supervisione degli agenti per garantire la sicurezza dell’intervento, con la successiva messa in sicurezza dell’immobile stesso, come previsto nell’ordinanza”. Lo ha detto l’assessore alla Protezione Civile Berardino Fiorilli fornendo un aggiornamento circa l’ordinanza di sgombero di un palazzo in via d’Annunzio.
“Il provvedimento è già stato informalmente comunicato ai proprietari e agli inquilini destinatari del provvedimento, che abbiamo costantemente tenuto informati circa gli sviluppi della vicenda – ha ricordato l’assessore Fiorilli – Il palazzo in questione è un fabbricato costruito tra il 1962 e il 1963, composto attualmente da 10 piani fuori terra, con 34 appartamenti di cui 32 adibiti ad abitazione e 2 studi, oltre a 6 locali al piano terra destinati ad attività commerciali, di cui solo 4 sono occupati. Un fabbricato dunque storico che in realtà ha sempre avuto problemi di pendenza, con l’inclinazione dello spigolo di nord-est a causa di cedimenti differenziali del terreno di sedime su cui poggia, come risulta dalle prime relazioni risalenti addirittura al 1988. Tuttavia la problematica è emersa in tutta la sua criticità dopo l’evento sismico del 6 aprile 2009 de L’Aquila che, a detta degli stessi condomini, avrebbe determinato un aggravamento del cedimento statico. In particolare l’amministratore pro-tempore del condominio, su mandato dei proprietari dell’immobile, ha incaricato quattro tecnici di fiducia, ossia gli ingegneri Fausto Lopez Suarez, Dino Pignatelli, Nicola Cerasa e Riccardo Calabrese, per la valutazione delle condizioni di sicurezza del fabbricato. Da tale incarico è derivata una perizia giurata del 17 febbraio 2011 che in conclusione afferma letteralmente ‘la accentuata inclinazione dell’edificio e il continuo progredire di tale inclinazione, che ha assunto valori decisamente preoccupanti, (2,25 per cento), la presenza di una trave gravemente danneggiata con rottura del calcestruzzo e deformazione del ferro di armatura in un locale commerciale del piano terra, la presenza di diffuse lesioni sulle travi, sulle tamponature e sulle tramezzature interne agli appartamenti, rende, a parere dei sottoscritti, l’edificio inagibile’. Nella stessa perizia si legge poi che ‘i rilievi strumentali hanno evidenziato un’accelerazione dell’inclinazione dell’intero fabbricato rispetto alla verticale che, verificata con appositi strumenti, ha indotto una seria preoccupazione per la staticità dell’intero stabile’, andando a costituire un pericolo per l’incolumità di cose e persone. Non solo: nel settembre del 2011, sempre su incarico del condominio, l’ingegner Cerasa ha effettuato ulteriori monitoraggi sull’edificio, concludendo che ‘le cause che potrebbero portare al crollo dell’edificio e il momento sono, allo stato attuale. imponderabili. Non si può escludere che la velocità di deformazione possa subire un’accelerazione ulteriore, come pure potrebbero insorgere cause esterne quali apporti idrici improvvisi, variazioni violente del regime freatico attuale, ulteriori eventi sismici, in grado di scatenare l’evento temuto’. Nel frattempo il condominio ha anche avviato la procedura per poter beneficiare dei fondi per la ricostruzione post-terremoto de L’Aquila, procedura che sta seguendo il proprio iter. Intanto l’amministrazione comunale – ha ricostruito l’assessore Fiorilli -, dinanzi a tali perizie di parte, prudentemente, prima di dichiarare inagibile uno stabile di tali dimensioni, ha avviato i propri accertamenti, mentre nel frattempo molti proprietari degli alloggi, circa 16, hanno già trovato una sistemazione diversa lasciando il fabbricato. Nei mesi scorsi abbiamo continuato a effettuare verifiche coinvolgendo anche il Genio Civile e i Vigili del Fuoco e confrontando le diverse tesi, fermo restando che parliamo di una materia di tale delicatezza che a oggi nessuno può effettivamente dire se il palazzo sia o meno pericolante. La verità è che dopo una perizia giurata di quattro tecnici esperti, seppure di parte, nessun tecnico oggi si assumerebbe la responsabilità di dire che lo stabile è in condizioni di sicurezza, fermo restando che comunque tutti gli Enti interpellati, in conclusione, hanno evidenziato il dissesto strutturale e l’alta vulnerabilità del fabbricato. Per tale ragione, ieri abbiamo prudenzialmente deciso di emanare l’ordinanza in linea con la perizia giurata dei tecnici di parte e abbiamo dichiarato l’inagibilità totale del fabbricato sito in via Gabriele d’Annunzio 259-261 ordinando lo sgombero immediato, con l’ausilio della Polizia municipale, di tutti i locali del fabbricato e il non utilizzo degli stessi da parte dei proprietari e di eventuali inquilini. Inoltre abbiamo ordinato di procedere a un intervento immediato di messa in sicurezza dell’edificio e delle aree di pertinenza sia private che pubbliche al fine di salvaguardare la pubblica incolumità. Nella situazione attuale, come verificato dalla Polizia municipale appena venerdì scorso, sono solo 18 gli appartamenti effettivamente occupati dei 34 esistenti, gli altri sono già vuoti, e sono solo 4 su sei i locali al pianterreno utilizzati. Ovviamente abbiamo invitato tutti a non scatenare allarmismi, ricordando che comunque quell’edificio ha una forte inclinazione già dal 1988, tuttavia a scopo precauzionale e per ragioni di sicurezza, riteniamo sia meglio liberare l’edificio. Proprietari e inquilini, lo ripetiamo, sono a conoscenza della vicenda, partita proprio dal condominio, dunque sapevano di avere questa ‘Spada di Damocle’ sulla testa; ora cercheremo di affrontare eventuali situazioni estreme, anche se sappiamo che molti hanno già una sistemazione alternativa”. “Nelle prossime settimane – ha ricordato il Dirigente Pierpaolo Pescara – valuteremo le procedure per la messa in sicurezza, verificando anche la possibilità di procedere con la demolizione del fabbricato. Ora affrontiamo la situazione emergenziale, poi effettueremo nuove indagini sull’edificio, e le nuove perizie potrebbero confermare l’impossibilità di recupero del fabbricato. Abbiamo anche verificato che l’edificio in questione ha dei giunti che lo collegano con una palazzina adiacente, che però sino a oggi non ha mostrato problemi”. Nel pomeriggio di ieri la Polizia municipale è riuscita a eseguire le prime 13 notifiche, visto che altri 5 appartamenti sono risultati vuoti; nella giornata odierna ne sono state formalizzate altre 11, di cui 6 destinati ai locali commerciali del pianterreno. “Domani – ha proseguito l’assessore Fiorilli – la Polizia municipale provvederà alla spedizione delle ordinanze agli altri destinatari, alcuni dei quali residenti fuori regione, come a Milano, Venezia, Trento, Roma, ma intanto invito tutti coloro che sono proprietari di un immobile all’interno dello stabile inagibile a prendere contatti con la Polizia municipale per iniziare a concordare le operazioni di sgombero degli appartamenti che comunque dovrà avvenire con l’adozione di tutte le opportune misure di sicurezza”.

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