venerdì 27 settembre 2013

Vertenza Cementificio, Mascia: “Chiederò un incontro urgente con la proprietà dell’azienda”

“Scriverò personalmente, in qualità di sindaco di Pescara, la lettera con la quale chiederò un incontro urgente con la proprietà dell’azienda Sacci Spa, ossia del Cementificio di Pescara, incontro che dovrà svolgersi nella sala giunta del Comune di Pescara, per affrontare il tema della vertenza in atto e conoscere le volontà e le intenzioni dei vertici imprenditoriali in merito allo stabilimento di Pescara. La lettera sarà sottoscritta anche dal Presidente della Provincia Guerino Testa e dall’assessore regionale alle Attività Produttive Alfredo Castiglione che, a loro volta, invieranno un documento a tre al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo Economico per l’apertura ufficiale dello stato di crisi del cementificio di Pescara. Il nostro obiettivo è quello di accendere i riflettori su una problematica che riguarda circa un centinaio di operai, per i quali è stata prorogata sino a maggio 2014 la Cassa Integrazione, ma che comunque tra otto mesi rischiano di restare a casa e trovarsi senza stipendio. Come ho assicurato nel corso dello scorso incontro avuto in Comune il 19 settembre, il Comune garantirà la massima operatività e vicinanza alle maestranze del cementificio, pur rivendicando, con coerenza e coraggio, le azioni messe in atto un anno fa quando abbiamo espresso parere negativo al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale allo stabilimento, un diniego sentito e corroborato da motivazioni scientifiche, dinanzi al quale, però si è bloccato l’intero iter procedurale di autorizzazioni, complice, probabilmente, anche l’aggravarsi di quella crisi economica planetaria e il blocco dell’edilizia che hanno di fatto dato un’accelerazione al rischio di chiusura della struttura. Dunque tutela dell’ambiente, ma senza dimenticare le 100 famiglie che hanno diritto al lavoro”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia al termine del vertice inter-istituzionale avuto stamani con il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, con l’assessore regionale alle Attività Produttive Alfredo Castiglione e con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, e con una delegazione degli operai del Cementificio di Pescara a fronte di un inasprimento della vertenza sindacale. Prima dell’incontro gli operai hanno aperto un presidio sotto la sede della Regione in via Passo Lanciano; quindi la riunione si è aperta con un riepilogo degli ultimi sviluppi della vicenda, ossia la lettera con la quale la Sacci, lo scorso 3 settembre, ha annunciato la chiusura dello stabilimento con il licenziamento collettivo di tutti i dipendenti alla scadenza della Cassa integrazione ordinaria, procedura respinta dai sindacati che hanno chiesto e ottenuto un percorso alternativo, con la revoca dei licenziamenti e l’attivazione di una Cassa Integrazione straordinaria sino a maggio 2014, confermando, infine, che la Sacci ha disposto la chiusura di 3 dei 5 opifici esistenti in Italia, ma Pescara viene considerata ‘l’anello debole’, dunque la prima struttura a dover chiudere, concentrando tutti gli esuberi sul capoluogo adriatico. I sindacati hanno però anche esposto le strade che si intendono percorrere, ossia la possibilità di una ripresa del mercato dell’edilizia, l’ipotesi meno probabile allo stato attuale, e dunque delle attività del cementificio; una vendita dell’opificio o, infine, una riconversione dello stesso, sollecitando un impegno del sindaco e delle altre Istituzioni a sostenere i lavoratori. “Oggi ho ulteriormente ribadito di non avere alcun problema a garantire tale sostegno – ha detto il sindaco Albore Mascia -. La maggioranza di Governo, coerentemente, conferma la scelta operata un anno fa, quando abbiamo dato un parere negativo, obbligatorio ma non certo vincolante, contro il rinnovo dell’Aia al cementificio, perché da sempre abbiamo detto che la presenza di una tale fabbrica nel cuore della città ormai non è più concepibile e da anni chiediamo non la sua chiusura, ma la sua delocalizzazione. Dunque, quando la Regione ci ha chiesto quel parere, abbiamo pensato fosse l’occasione buona per accendere i riflettori su quella delocalizzazione e se la stessa Regione ha poi bloccato le procedure di rilascio dell’Aia forse vuol dire che non eravamo soli a pensarla in quel modo. Se quel parere fosse arrivato, avremmo deciso con l’Ufficio legale se impugnare dinanzi al Tar il provvedimento, perché l’obiettivo politico della mia maggioranza di governo è la delocalizzazione. Il vertice odierno è stato utile per assumere due decisioni fondamentali: innanzitutto scriverò io stesso, come sindaco di Pescara, una lettera, sottoscritta anche dal presidente Testa e dall’assessore Castiglione, per convocare un incontro in Sala Giunta, da tenere entro 15 giorni dalla sua convocazione, con la proprietà apicale della Sacci Spa, ossia non con gli amministratori delegati dell’azienda, ma direttamente con il proprietario, l’ingegner Augusto Federici, un vertice nel quale rivolgeremo alcune richieste ossia garanzie precise per i lavoratori, o, in alternativa, solleciteremo un’ipotesi di riconversione dell’azienda e del sito, o ancora la disponibilità dell’attuale proprietà a una vendita dello stabilimento, che poi dovrà comunque riconvertire le proprie finalità sociali, o, infine, se la Sacci si mostrerà irremovibile nella volontà di lasciare Pescara, chiederemo quali sono le intenzioni dell’azienda in ordine alla bonifica del sito perché certamente non è pensabile che il cementificio chiusa semplicemente i battenti lasciando a Pescara quella struttura in cemento armato, con i suoi forni, magari per i prossimi cent’anni. Al tempo stesso il Presidente Testa e l’assessore Castiglione scriveranno una lettera, che sottoscriverò anch’io, al Ministero dell’Ambiente e al Ministero per lo Sviluppo Economico, dove ci sono le ‘unità di crisi’ delle grandi aziende per aprire formalmente la vertenza Pescara. A questo punto attendiamo il Tavolo che si riunirà a metà ottobre e sono certo di poter contare sulla sensibilità della proprietà della Sacci, ben consapevole della necessità di tutelare 100 famiglie”.

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